La sua presenza a bordo campo non è passata affatto inosservata. Commissario tecnico della nazionale italiana under 18 di pallacanestro, ma anche docente dell’Unimol, Andrea Capobianco ha vissuto con grande attenzione la gara del Cus Molise contro il Cus Milano al pari di altri confronti del torneo accademico.
«La pallacanestro giovanile – ha argomentato nell’intervallo della sfida tra la selezione d’Ateneo e quella meneghina – con gli ultimi risultati sia a livello di squadra che individualmente sta facendo emergere il lavoro portato avanti in Italia. Il settore del basket universitario è strettamente connesso a quest’insieme e anche questo torneo sta mostrando diversi ragazzi che giocano, e bene, ad un buon livello con partite tecnicamente interessanti ed elementi di prospettiva. C’è grane competitività in campo, ma allo stesso tempo un’assoluta correttezza, che è alla base di quello che io considero il valore educativo dello sport».
Naturale, quindi, chiedersi se – sull’esempio dell’Ncaa statunitense – sia mutuabile per la palla a spicchi il sistema a stelle e strisce anche in Europa e, più nello specifico, in Italia.
«Al di là di similitudini o altro, il basket universitario rappresenta un’altra occasione importante per giocare un buon basket e dimostrare le proprie doti ed un esempio importante è quello della Luiss Roma che tanto bene ha fatto nel torneo di serie B (il quintetto capitolino, tra l’altro, dovrebbe rappresentare proprio l’Italia alle prossime Universiadi di Napoli 2019, ndr). Parliamo di una squadra composta tutta da studenti che, oltre a giocare per il loro club, portano avanti il loro percorso di studi completandolo poi in maniera particolarmente felice, anche perché i valori fondanti del basket, e dello sport più in generale, si riverberano nello stesso sistema educativo e rappresentano una spinta per il futuro stesso dei ragazzi».