Senza l’assillo del risultato la selezione di calcio a undici del Cus Parma arriverà in Molise per la fase finale dei Campionati Nazionali Universitari, pronta a dire la sua e a lottare con le big. Negli ultimi sette anni sono arrivati tre ori, due argenti e due bronzi (con quattro finalissime disputate negli ultimi quattro anni), segno questo della qualità dell’organico e dell’ottimo lavoro svolto da dirigenza e staff tecnico. Alla vigilia della kermesse molisana abbiamo ascoltato il pensiero del tecnico Daniele Del Signore. “Non sempre le ciambelle riescono con il buco – argomenta – chiaramente arriveremo in Molise per provare a fare qualcosa di buono, poi sarà il campo ad emettere il verdetto finale”.
Dopo gli ottimi risultati ottenuti negli ultimi anni quale sarà il vostro obiettivo?
“Vogliamo prima di tutto che i ragazzi si divertano e che vadano in campo con grande serenità. Di anno in anno, poi, qualcosa cambia perché ci sono giocatori che si laureano e vanno sostituiti. Riuscire a mantenere un’ossatura per tre quattro anni è già un buon risultato”.
Lo scorso anno siete andati ad un passo dall’oro perdendo la finalissima con Brescia.
“Vero. Brescia è un po’ la nostra bestia nera visto che anche nell’edizione di Cassino abbiamo perso contro di loro Ma io penso che stiamo lavorando bene da diversi anni a questa parte con i risultati raggiunti che sono comunque di spessore pur avendo cambiato qualcosa nella nostra rosa. Quest’anno ci troviamo a far partire un nuovo ciclo e sono sicuro che i ragazzi daranno come sempre il massimo. I Cnu, poi, sono una manifestazione particolare nella quale bisogna partire con il piede giusto per poter andare avanti e magari puntare ad arrivare in fondo. Se becchi una giornata no rischi di essere eliminato subito”.
Mister, quale è il segreto per rimanere tanti anni ai vertici in questa manifestazione?
“Il coinvolgimento di più figure di età differenti che ci consentono di tenere sempre vivo l’interesse verso questa manifestazione. Abbiamo uno staff, me compreso, che tiene tantissimo ai Cnu e riesce a trasmettere questa passione e questa attenzione anche ai giocatori che si impegnano al massimo e lavorano in maniera seria per poter raggiungere degli obiettivi importanti. Il merito è dei ragazzi e dello staff dirigenziale, che sono semplicemente straordinari”.
Ripetersi nello sport non è mai facile, voi però ci state riuscendo.
“Lo dice il campo. Paradossalmente nel 2015, anno in cui avevamo la rosa più forte, con otto giocatori di serie D, siamo arrivati terzi. Ciò vuol dire che evidentemente qualcosa non ha funzionato nel verso giusto. Poi però, da quell’anno abbiamo imparato tanto, corretto gli errori e il merito dei risultati che sono poi arrivati, è da ascrivere ad un gruppo di giocatori fortissimi”.